Il circolo bollatese di Legambiente ha inviato i propri suggerimenti e le proprie proposte per quanto in oggetto in data di ieri. 19 febbraio 2018. A seguire il testo spedito
contributo al nuovo DdP – Circolo Legambiente Bollate
Città di Bollate
Settore Urbanistica Bollate, 19 febbraio 2018
Oggetto: suggerimenti e proposte per la redazione del nuovo Documento di Piano
Premessa
Il Comune di Bollate ha dato avvio al procedimento per la redazione del nuovo Documento di Piano afferente il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.).
La comunicazione ufficiale è del 19 dicembre scorso. Si possono presentare suggerimenti e proposte. Il Circolo Legambiente di Bollate li presenta con questo contributo, avendo come suoi punti di riferimento la salvaguardia dell’ambiente, l’azzeramento del consumo di suolo, la rigenerazione urbana e la ricerca di un sistema di mobilità più funzionale e sostenibile.
Fin dal suo insediamento l’amministrazione cittadina aveva promesso gli stati generali del territorio, ma ad oggi non si è visto ancora nulla, a meno che non si creda di far passare per qualcosa del genere una mattinata di seminario fra gli addetti ai lavori del 30 ottobre 2017.
Ci sembra anche discutibile la decisione di pubblicare l’avviso proprio sotto le vacanze natalizie ed in concomitanza con gli impegni elettorali per le prossime votazioni politiche del 4 marzo, rischiando di perdere, all’atto pratico, un quarto del tempo lasciato per eventuali contributi e proposte.
Rispetto a quanto previsto da altri comuni a noi limitrofi, due soli mesi di tempo sono decisamente pochi e non giocano a favore di un reale e concreto coinvolgimento della cittadinanza.
La nostra impressione è che anche la tanto sbandierata partecipazione sia poco più di uno slogan (ad esempio, si veda che fine hanno fatto le osservazioni presentate per il progetto di recupero dell’area ex Ceruti). Speriamo di essere prontamente smentiti dai fatti nell’ immediato futuro.
La redazione del nuovo Documento di Piano è un’occasione importante anche per rimediare ad errori di pianificazione territoriale. Noi, appunto, ci siamo e ci saremo per dare il nostro contributo. Sperando che chi di dovere ascolti.
E poi nostra convinzione che non si possa chiedere la sola rivisitazione del Documento di Piano, ma che sia necessario ridiscutere in modo puntuale e dettagliato anche il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi, così che il P.G.T. possa essere rivisitato in modo integrale e compiuto.
Ecco le nostre proposte che sono ispirate anche al manifesto[i] che Legambiente Lombardia Onlus ha preparato in occasione delle prossime elezioni regionali. Sono indicazioni di politica del territorio e dell’ambiente che, calati concretamente nella realtà bollatese, possono dare davvero una svolta alla nostra città nella direzione di uno sviluppo sostenibile.
La nostra attenzione è inoltre rivolta alla dimensione sociale: ambiente e territorio più curati e rispettati sono al servizio di un vivere sociale che auspichiamo più solidale e attivo. Invitiamo dunque l’amministrazione a progettare una città a misura di bambina e bambino ( come è nelle intenzioni dell’attuale assessore ai servizi sociali, dott. Leone) ma anche attenta alla fascia adolescenziale e giovanile: i CAG sono stati chiusi, dopo la scuola i nostri ragazzi dove possono esprimere la loro voglia di vivere, giocare …? Gli oratori fanno molto; e la nostra città?
L’AMBIENTE AL CENTRO
“… L’economia verde può diventare la risposta a imprese e consumatorie e fare la differenza creando una opportunità per sostituire il modello di crescita illimitata nell’uso e nella dissipazione delle risorse con un’economia circolare capace di rigenerare, riutilizzare e reinventare prodotti e servizi, risorse e territorio e di generare più lavoro. Cittadini e imprese stanno contribuendo radicalmente a cambiare gli stili di vita in modo più sostenibile, sappiamo che non sarà più possibile crescere e creare ricchezza come abbiamo fatto in passato. La svolta è epocale. Dobbiamo prima di tutto sconfiggere gruppi d’interesse legati alla propria conservazione, a partire dalle lobby legate alla speculazione ai danni del suolo, alle energie fossili, all’eccesso di chimica in agricoltura, ai traffici di rifiuti. Oggi dobbiamo proporre un cambiamento che liberi dalla schiavitù di una economia non equa, rapinatrice di risorse, e aprire la società al cambiamento che desideriamo.” Per questo auspichiamo che sia soprattutto questi i criteri ispiratori base del nuovo Documento di piano per Bollate
UNO: la sfida dell’economia circolare
“Occorre promuovere la riduzione dei rifiuti e migliorare la raccolta differenziata ma soprattutto ridurre la produzione dei rifiuti attraverso nuovi prodotti e imballaggi, rafforzare la rete degli impianti per il riciclaggio, promuovere educazione e incentivazione alla riduzione degli sprechi, applicare il principio “chi inquina paga” attraverso l’estensione della tariffa puntale. Togliere finalmente l’amianto da tutti gli edifici pubblici e oltre che privati. Avviare un’azione efficace di utilizzo e riciclo dei materiali edili da demolizione: le nuove costruzioni si devono fare su quelle vecchie con materiali rigenerati. “
DUE: fermare il consumo di suolo, rigenerare la metropoli e le città
La nostra città “… non deve consumare più suolo, basta sprecare una risorsa fondamentale per la produzione di cibo e natura. Servono norme davvero efficaci nel governo del territorio. Occorre bloccare la costruzione di nuovi centri commerciali che creano danni irreversibili al paesaggio, provocano aumenti di traffico veicolare e costruiscono città socialmente inaccettabili. Dobbiamo riqualificare edifici e città e bloccare l’uso del suolo prezioso della nostra città. Rigenerare significa anche utilizzare energia pulita da fonti rinnovabili, rispondendo così alla sfida dei cambiamenti climatici. Non compriamo più case nuove ma solo case rigenerate o ricostruite.”
TRE: qualità ecologica e ambientale dei territori
“La natura in Lombardia è bella, vasta e molto diversa. Questa diversità deve essere preservata con la valorizzazione del Patrimonio Naturale costituito dalle aree protette. Per questo servono più Parchi o forse un unico Parco Metropolitano … dobbiamo rafforzare la rete ecologica, senza connessioni i parchi sono insufficienti a difendere la biodiversità.”
Il Parco delle Groane, da poco ancora più grande nella sua estensione, è un patrimonio naturalistico, agricolo e storico-culturale di prim’ordine. Il borgo di Castellazzo e villa Arconati sono da troppo tempo lasciati ai margini della vita civile della nostra città. Da qualche settimana sappiamo che l’amministrazione e la proprietà della Villa hanno costituito un tavolo di lavoro per ricominciare a discutere sul futuro del borgo nel suo complesso. Auspichiamo che ciò avvenga in una dimensione di fattiva partecipazione della città. Legambiente Bollate è pronta a dare il suo contributo.
Qualsiasi sia il destino delle aree ex Expo, pensiamo sia utile per Bollate, e per i comuni della nostra zona, il dare ulteriore impulso ad un approccio ispirato alla cultura dell’accoglienza ed ai canoni di “Città Metropolitana”, cioè ad un progetto d’uso del territorio su area vasta. Tale infatti sarà la dimensione del riflesso proiettato dagli interventi di riuso ipotizzati per l’area ex Expo.
La nostra città ed i comuni a noi limitrofi possono vantare una vasta disponibilità di aree dismesse ed un cospicuo patrimonio di edifici rurali esistenti in disuso e da recuperare. Edifici che, per la tecnica costruttiva tradizionale con cui sono stati realizzati e per tipologia, non penetrano in profondità nel terreno per più livelli, se non per qualche metro di fondazioni, e che, proprio per questa loro peculiarità, non andrebbero ad impattare con il già noto ed attuale problema dell’innalzamento della falda acquifera della nostra zona. Pensiamo agli edifici di valore storico e architettonico che caratterizzano il borgo di Castellazzo e la sua splendida villa, ma anche ai tanti edifici di archeologia industriale (fornaci e vecchie fabbriche ormai in disuso ed abbandonate a sé stesse) e, perché no, magari anche al vecchio ospedale di Garbagnate Milanese.
Riutilizzato per dare ospitalità a decine di migliaia di studenti fuori sede e che popoleranno il sito di Expo, questo insieme di edifici costituisce un patrimonio edilizio esistente che, doverosamente rispettato nei suoi caratteri architettonici originari e sapientemente recuperato dal punto di vista funzionale, potrebbe prestarsi ottimamente per la realizzazione di alloggi e spazi comuni (sale studio, bar, ristoranti, laboratori, atelier artistici …), finanche divenire utile come ulteriore infrastruttura universitaria (pensiamo alla villa Arconati di Castellazzo), dando notevole impulso al lavoro e all’indotto locale, rendendo il territorio bollatese e quello dei comuni a noi limitrofi, nel loro insieme, una delle più ricche aree d’Italia, se non d’Europa, sia dal punto di vista economico che culturale.
A ribadire la portata di questo possibile investimento, ricordiamo che tale patrimonio edilizio dista solo qualche chilometro dal sito ex Expo ed è per lo più collocato nello splendido scenario naturalistico del Parco delle Groane, arricchito dalle recenti “vie acqua” e da una fitta dotazione di piste ciclabili che, implementate in occasione del recente evento internazionale, consentirebbero, qui sì, di non dover ricorrere necessariamente all’uso dell’auto. Ovvio che un potenziamento dei collegamenti tramite trasporti pubblici, oltre che di aree di interscambio, sarebbero necessari oltre che auspicabili.
Questi insediamenti, finalmente recuperati all’uso sostenibile, potrebbero svolgere un’ importante funzione di presidio del territorio, anche in termini di sicurezza, e rappresentare una grande occasione, forse irripetibile, per contenere davvero “il consumo di suolo”, non solo a generici proclami elettorali, evitando così ulteriori ed inutili espansioni urbanistiche e nuovi insediamenti edilizi.
QUATTRO: risanamento indispensabile delle acque del territorio bollatese
“Potenziare i controlli, far funzionare bene i depuratori e prevenire il dissesto idrogeologico: per tutto questo si devono fare investimenti, oggi l’attenzione è insufficiente e guidata troppo spesso dalle emergenze. Recuperiamo le condizioni di naturalità degli alvei e delle morfologie fluviali, ripristiniamo il reticolo idrico minore e le pertinenze di fiumi, gli spazi dedicati al drenaggio nei territori urbanizzati, sviluppando progetti territoriali nell’ambito dei processi di rigenerazione urbana. Dobbiamo ridurre sprechi idrici e inquinamenti. Ma soprattutto l’acqua deve essere al centro delle nostre attenzioni perché è una risorsa determinare e scarsa e dobbiamo togliere l’assedio del cemento …” da zone vicino a canali, fossi del nostro territorio.
A questo proposito si chiede un impegno specifico a codesta Amministrazione Comunale relativamente al controllo e monitoraggio delle varie fasi di realizzazione e manutenzione, in sinergia con l’Amministrazione Comunale di Senago, delle vasche di laminazione al fine di garantire e preservare l’incolumità e l’isolamento della falda di 1^ grado da qualsiasi contaminazione sia in fase di realizzazione ma soprattutto in fase di utilizzo dell’invaso dato il livello di inquinamento delle acque del Seveso.
CINQUE: Cambia il clima, cambiamo noi: aria, mobilità ed energia
“Lo smog ci soffoca, è una condizione costante e ormai insopportabile, per respirare aria pulita serve una strategia non emergenziale. Dobbiamo ridurre le emissioni dei trasporti, del riscaldamento negli edifici e delle attività agro-zootecniche. Puntiamo sulla qualità del trasporto pubblico, sia su gomma che su ferro, sulla ciclabilità e le altre forme di mobilità intelligente. Dobbiamo anche mettere al bando le caldaie a gasolio ancora presenti nelle nostre città e puntare sulle energie rinnovabili termiche per climatizzare le nostre case, utilizzando il calore del sole e quello del sottosuolo. Dobbiamo smettere di costruire nuove strade e autostrade, investendo sulla manutenzione di quelle che abbiamo. E’ chiaro che la mobilità elettrica sarà il futuro, e sarà tanto più sostenibile quanto più saremo capaci di produrre elettricità sfruttando il sole, le bioenergie e rinnovando il parco impianti del grande idroelettrico, in cui le aziende non investono a causa di concessioni da tempo scadute. Devono essere potenziati i controlli su emissioni di auto, caldaie e impianti industriali, prevedendo un sistema sanzionatorio efficace.”
In merito alla viabilità, nello specifico bollatese, il circolo locale di Legambiente reputa fondamentale il completamento della s.p. 119, a nord della frazione di Cassina Nuova.
L’A52 sta sempre più prendendo forma. L’ex tangenziale nord – la Rho-Monza, come per tutti questi anni l’abbiamo chiamata – si è trasformata in A52. In questo passaggio crediamo che il sistema viabilistico intorno a Bollate abbia guadagnato in fluidità del traffico e un tracciato meno impattante sul territorio, rispetto a quello precedente che verrà chiuso e smantellato.
Il nuovo tratto di autostrada, infatti, corre per buona parte in galleria e in trincea e questo importante e qualificante risultato è stato ottenuto anche con l’azione dell’allora Circolo di Legambiente Bollate – Baranzate, che 20 anni fa chiese di spostare l’asse viabilistico più lontano del centro abitato baranzatese, di eliminare la pericolosa curva che passava sotto il ponte e di ripensare la struttura con criteri più moderni ed attenti all’impatto ambientale. Quando le idee sono buone, trovano poi le gambe per camminare; occorre impegno e determinazione.
Il Circolo Legambiente di Bollate, rinato poco più di un anno fa, ha il compito e il dovere di raccogliere il testimone di quella battaglia e di continuare a riflettere, confrontarsi ed agire perché la nostra città si sviluppi a partire dai valori ambientali. Per questo l’attenzione sulla realizzazione dell’A52 non calerà, anzi aumenterà perché anche tutte le opere compensative (piantumazioni, recupero di aree verdi, smaltimento corretto dei detriti) vengano portate a termine nei dovuti modi e nei tempi concordati.
Anche dopo la recente notizia sulla prossima realizzazione della variante Varesina, oltre l’edificato della frazione di Ospiate e nell’ottica di una futura viabilità più funzionale ed ordinata – uno dei più gravi problemi di Bollate – chiediamo con forza che l’amministrazione prenda in seria considerazione il completamento della Strada 119, che collega la Varesina con Senago e Cassina Nuova; manca circa 1km per congiungersi con la Comasina all’altezza di Paderno. In questo modo, A52 e 119 insieme, consentirebbero di spostare traffico ed inquinamento ai confini di Bollate nella direzione est-ovest. E chissà che allora non si possa riattivare la ZTL, o pensare anche ad altre strategie per ridurre l’impatto del traffico veicolare, con buona pace di tutti.
Il completamento del tratto della s.p. 119, congiuntamente a tutte le altre arterie principali che delimitano il nostro territorio comunale, favorisce una prospettiva interessante per ciò che concerne l’utilizzo della viabilità interna, calibrata per alleggerire il traffico delle precedenti in caso di necessità, ma soprattutto riconfigurate per completare ed ospitare una fitta rete di piste ciclopedonali, che appoggiandosi alle vie principali in direzione nord-sud e est-ovest, potranno garantire un efficace sistema di ciclopedonalità sostenibile all’interno del tessuto urbano consolidato, oltre a quello già previsto e realizzato all’interno del Parco delle Groane e a Castellazzo.
Ricordiamo altresì di rimuovere da ogni tavola di piano la strada comunale di progetto “Gronda nord” che dovrebbe costeggiare il canale scolmatore e della strada comunale di progetto “variante di via Kennedy”, in quanto le riteniamo inutili e dannose e portatrici sul territorio di ulteriore traffico, sia leggero che pesante, e propedeutiche all’insediamento di nuove realtà industriali pesanti nell’area di Cassina Nuova, già ora pesantemente compromessa.
Non crediamo sia questione di risorse economiche, ma di chiarezza di obiettivi.
SEI: Civico 5.0[ii]
“ La spesa energetica è una voce rilevante del bilancio delle famiglie italiane. Annualmente per riscaldare o rinfrescare le nostre abitazioni spendiamo tra i 1.500 e i 2.000 euro all’anno. Eppure, questa spesa può essere ridotta fino al 50% con interventi di efficienza energetica negli edifici e con impianti che possono rendere più confortevoli sia d’inverno che d’estate le case in cui viviamo. E ancor più vantaggi si possono ottenere applicando stili di vita nuovi e innovativi.
Ma nonostante le norme in vigore obblighino a rendere trasparenti le informazioni sui consumi per il riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni, in gran parte del Paese queste informazioni sono negate o addirittura false, per cui continuiamo a vivere in case colabrodo senza sapere dove e come nascono i nostri consumi.
Per questa ragione nasce la nuova campagna di Legambiente CIVICO 5.0 dedicata ai temi dell’efficientamento energetico in edilizia e nelle tecnologie e della sharing economy condominiale. Una nuova occasione non solo per rilanciare i temi dell’efficienza, del clima e dell’inquinamento dell’aria, e per sottolineare il ruolo di amministrazioni, costruttori e progettisti nel ripensare a soluzioni sempre più sostenibili sia per gli edifici nuovi ma soprattutto per quelli esistenti, ma anche per rendere le famiglie protagoniste del cambiamento. La campagna è infatti pensata non solo con l’obiettivo di essere da pungolo verso tutta la filiera che ruota intorno al tema dei condomini e della qualità di vita, ma anche per fornire strumenti concreti per migliorare la propria qualità della vita e quella condominiale.”
SETTE: Uscire dalle emergenze territoriali
“Incendi dolosi e gravi episodi di manomissione ambientale colpiscono gli impianti rifiuti e le industrie della nostra regione, deve essere chiaro che un efficace sistema di controlli ambientali è indispensabile per salvaguardare la salute dei cittadini, ma è anche presupposto essenziale per operare la semplificazione di norme e procedure che da più parti, a ragione, viene auspicata, e per fermare inquinamenti e situazioni di crisi ambientale. Ci vuole più vigilanza e un maggior ruolo di ARPA per tutelare l’ambiente e la salute dei lavoratori e dei residenti in prossimità di impianti industriali. Occorre consolidare e introdurre procedure di valutazione ambientale efficaci e trasparenti, e un controllo efficace sulle prescrizioni delle Autorizzazioni Integrate Ambientali. Lavorando a tavoli con il Governo nazionale, occorre introdurre semplificazioni e strumenti di incentivo per la bonifica di siti contaminati. Occorre far valere il principio di responsabilità estesa tra i produttori, istituendo un fondo regionale per le bonifiche finanziato anche da chi oggi svolge attività passibili di inquinare i suoli. Occorre evitare di concentrare in territori ristretti e densamente abitati insediamenti che determinano rischi e inquinamenti, per questo il Fattore di Pressione, oggi previsto per le discariche, deve essere esteso ad altre attività. Dobbiamo introdurre la valutazione di impatto sanitario, affinché la produzione possa convivere con la salute e con l’ambiente.”
Nello specifico bollatese, Il Circolo Legambiente di Bollate ribadisce innanzi tutto le 3 richieste avanzate all’Amministrazione comunale durante il Consiglio comunale aperto del 10 ottobre 2017 relativamente alle criticità emerse nella frazione di Cassina Nuova:
- installare subito una centralina di rilevazione degli inquinanti nell’area adiacente l’azienda Bitumati, anche a spese del Comune;
- garantire la massima trasparenza e tempestività nel fornire tutta la documentazione che riguarda la complessa “questione Bitumati”;
- promuovere un’indagine sanitaria nella frazione cassinovese per verificare i dati effettivi sulla presenza di malattie riconducibili a fattori ambientali.
Dalle parole del Sindaco al termine del Consiglio comunale aperto abbiamo capito – e non abbiamo alcun motivo di dubitarne – che anche queste nostre 3 richieste sono diventate impegni amministrativi.
Innanzi tutto riteniamo che Bollate abbia comunque bisogno di una rivisitazione complessiva del suo “essere città” dell’area metropolitana milanese, mettendo al centro la qualità dell’ambiente.
Per quanto riguarda i diversi ambiti di trasformazione, previsti dall’attuale Documento di Piano, proponiamo le seguenti osservazioni:
Premesso che riteniamo giusto proseguire e dare avvio alla riqualificazione delle aree dismesse centrali (ex Ceruti, ex Timavo e Bellini) attenendosi scrupolosamente alle previsioni volumetriche assegnate dal P.G.T. in essere e facendo sì che le nuove realizzazioni siano realizzate con tutti gli accorgimenti necessari per garantirne un corretto efficientamento energetico.
- per gli ambiti n. 1, 3 e 9 : una rivisitazione completa mirata a contenere a zero il consumo di suolo, lasciando il territorio agricolo e/o libero e naturale allo stato attuale; in occasione del completamento della variante Varesina, rivedere completamente la vocazione della frazione di Ospiate e, contestualmente, prevedere che l’eventuale nuovo insediamento annunciato della fonderia non gravi su terreno vergine, ma vada invece ad essere inserito nella riqualificazione delle arre dismesse adiacenti.
- per l’ambito n. 7: Riteniamo che su quest’area, che riveste un’importanza strategica nello sviluppo della nostra Città, sia fondamentale avere una visione generale del progetto che comprenda anche le aree limitrofe. Non si può parlare di riqualificazione urbana se non viene considerata da subito la possibilità di realizzare uno scavalco ferroviario per ricucire fisicamente e funzionalmente tutta la città.
Il progetto presenta ancora diversi aspetti di criticità che è necessario approfondire prima di dare corso alla parte esecutiva del piano.
Il primo aspetto riguarda la viabilità: non si deve prendere in considerazione solo l’aumento di traffico dovuto all’ovvio incremento della popolazione residente, ma anche quello che deriverà dalla nuova viabilità che sta interessando Bollate. Il prossimo anno sarà completata la A52 e saranno realizzate le complanari: bisogna già da ora capire come gestire questo traffico di attraversamento in aumento.
Altro aspetto essenziale, al fine di valorizzare tutto il quartiere, è unire l’attuale piazza di Madonna in Campagna con la futura piazza che verrà realizzata sull’area ex-Ceruti. Senza questa cerniera il quartiere rimarrà diviso in due, per di più attraversato da una strada di grande traffico.
Anche la proposta di realizzare due plessi scolastici divisi e separati non ci trova d’accordo: è un errore sia sotto il profilo economico (è evidente che un unico plesso scolastico consentirà risparmi ed economie sulla sua gestione futura) ma anche sotto il profilo didattico-culturale.
Non è chiaro come si sia giunti a questa scelta, poiché nei primi passi della discussione di questo progetto, proprio i Dirigenti scolastici avevano escluso la necessità di un nuovo plesso data la riduzione di alunni degli ultimi anni, suggerendo invece di investire per il miglioramento degli edifici esistenti.
Inoltre, il Centro Polifunzionale, che nasce per i cittadini del quartiere e le associazioni, se è incluso all’interno del nuovo edificio scolastico, come proposto, sarebbe parzialmente utilizzabile per tutte le iniziative previste in orario scolastico (ad esempio un’iniziativa diurna per gli anziani non sarebbe possibile).
Tutte le richieste di utilizzo degli spazi scolastici dovranno essere approvate con delibera del Consiglio di Istituto della scuola, aggiungendo complessità gestionale e limitando la libertà di aggregazione.
La mancanza di questo centro nella nuova piazza prevista dal progetto, renderà la stessa l’ennesimo luogo di schiamazzi e vandalismo, con il rischio di renderla un luogo problematico oltre che isolato.
Altresì è doveroso e lungimirante includere nel progetto di risanamento anche il lotto adiacente, dove ora sono presenti numerosi artigiani, che si troverebbero a operare nelle immediate vicinanze di un’area residenziale con le conseguenti criticità causate dalla sovrapposizione di due utilizzi territoriali contrastanti.
L’inclusione di tale lotto, sin da ora inserito nella visione globale del progetto di risanamento, consentirebbe invece di mantenere aperte le possibilità future per lo scavalco della ferrovia, senza dover necessariamente decidere ora la realizzazione di tale opera.
- per l’ambito n. 12: di trasformazione a vocazione industriale e artigianale, terziaria e commerciale (ci riferiamo a quanto si sta prefigurando nell’ area tra Cascina del Sole e Cassina Nuova), dove è previsto un novo , ennesimo, centro commerciale anche non ancora fattivamente definito. Noi pensiamo che proporre oggi nuovi centri commerciali di dimensioni medie, come quello previsto nell’ambito 12 sia non solo sbagliato da un punto di vista ambientale, ma anche economico e strategico. E’ ormai risaputo che nelle economie più avanzate i centri commerciali stanno subendo una fortissima concorrenza da parte dell’ e-commerce e che in diverse nazioni stanno cominciando a chiudere. Puntare oggi su queste strutture per cercare di ottenere qualche posto di lavoro aggiuntivo è assolutamente miope oltre che portare ad ulteriore inutile consumo di suolo. pertanto invitiamo l’Amministrazione ad un profondo ripensamento sullo sviluppo di tale area e ad esempio proponiamo di mettere invece in relazione la destinazione dell’ambito 12 alla definizione dell’ambito 7 ( Ex Ceruti)
Sempre per lo specifico locale bollatese, vogliamo ricordare il PROGETTO “PARCO DEGLI ODORI E DEI SAPORI ANTICHI” A CASSINA NUOVA DI BOLLATE[iii], proposto mesi fa dal nostro circolo locale nell’ ambito dell’ iniziativa del Bilancio Partecipativo “Decidi tu” , del comune di Bollate. Sono stati preferiti altri progetti, ma noi non demordiamo, convinti della bontà della nostra proposta, e anche sugli accordi intercorsi con l’Assessore all’ ambiente che ci aveva esplicitamente chiesto di rivederlo, adattandolo alle necessità del Comune.
Il Direttivo del Circolo Legambiente di Bollate
[i] https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/sintesi_manifesto_elezioni_regionali_2018.pdf
[ii] http://fonti-rinnovabili.it/civico/
[iii] https://legambientebollate.com/2017/11/29/il-parco-degli-odori-e-dei-sapori-antichi-per-cassina-nuova/