Parrocchia San Martino
Cinema Teatro Splendor
Sabato 17 novembre 2018 – ore 21
Bollate – Salone Paolo VI
Via Leone XIII di fianco al Cinema Teatro Splendor
Il medico di Lampedusa presenta il suo nuovo libro
La storia di Anila e di altri bambini che cercano il loro futuro fra noi
Che cosa ci faceva una creatura così piccola, da sola, in una nave piena di naufraghi disperati?
Intenso e toccante, tragicamente crudo e necessario, un libro che da voce alla disperazione e alla speranza.
Interviene
Giuseppe Girgenti
Docente di storia della filosofia antica e medievale all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
Modera
Eva Musci
Ingresso libero
comune.bollate.mi.it
parrocchiasanmartinobollate.com
Evento realizzato dal Comune di Bollate-Assessorato alla Cultura e Pace in collaborazione con Parrocchia di San Martino-Cinema Teatro Splendor e Libreria Un mondo di Libri, Seregno.
L’appuntamento rientra nella rassegna “Posto giusto. Bollate città per la pace”
Pietro Bartolo medico di Lampedusa, dal 1991 si occupa del poliambulatorio dell’isola. Da sempre in prima linea nel soccorso ai migranti, si è meritato numerose onorificenze, tra cui il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferitogli dal presidente della Repubblica, il premio Sérgio Vieira de Mello (Cracovia 2015) e il premio Don Beppe Diana. È uno dei protagonisti del film Fuocoammare (Orso d’oro 2016) di Gianfranco Rosi. Nel 2016 ha scritto insieme a Lidia Tilotta “Lacrime di sale”, pubblicato in oltre 40 paesi.
Le stelle di Lampedusa (Mondadori, 2018)
Quando Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, vide Anila per la prima volta rimase di sasso. Quella bambina non avrà avuto più di dieci anni. Che cosa ci faceva una creatura così piccola, da sola, in una nave piena di naufraghi disperati? Di solito, ragionò, i bambini di quell’età arrivano qui in Italia accompagnati dai genitori, o da un amico di famiglia o da qualche altro adulto conosciuto lungo il viaggio. Allo stupore di quel primo istante seguì una certezza: l’arrivo a Lampedusa per Anila non era la fine di un lungo viaggio ma solo una tappa intermedia, un nuovo punto di partenza verso il suo vero obiettivo, trovare la mamma «da qualche parte in Europa» e salvarla. Da tutto. Dalla prostituzione, dal vudù africano che la teneva in scacco, dalla non meno malefica burocrazia occidentale, ma soprattutto dai suoi stessi sensi di colpa. Pietro Bartolo accetta di accompagnare Anila lungo questo suo nuovo percorso. E, attraverso i suoi occhi neri e profondissimi, si proietta dentro l’interminabile incubo dei tanti migranti bambini che negli anni sono arrivati – da soli – sulle coste italiane: la miseria di Agades, la traversata del deserto, gli orrori delle carceri libiche, il terrore del naufragio nelle acque gelide di un Mediterraneo invernale e ostile. A metà strada esatta tra un romanzo di formazione e un documentario, queste pagine ci permettono di toccare con mano, di scoprire in prima persona che cosa c’è davvero dall’altra parte dell’«allarme immigrazione», quello che troviamo rilanciato negli slogan più beceri di questo medioevo permanente in cui la politica ci ha catapultati. Un libro per capire l’importanza di essere testimoni. Perché, alla fine, l’unico pericolo che corre davvero la nostra civiltà davanti al tumultuoso flusso migratorio di quest’epoca è quello dell’incomprensione e della stupidità.
L’ha ribloggato su La Scommessae ha commentato:
Dal Circolo Legambiente di Bollate segnalo questa interessante proposta.
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