Le 23 priorità di intervento del Piano di Legambiente per i miliardi di € che arriveranno dall’Europa
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è un’occasione irripetibile. Rileggendo la rassegna stampa degli ultimi mesi è stata questa la frase più ricorrente nelle dichiarazioni rilasciate a commento delle ingenti risorse economiche (209 miliardi di euro) che avrà a disposizione l’Italia grazie al programma Next Generation EU (NGEU). In tanti lo hanno ribadito ognuno, con le sue motivazioni, ha cercato di indicare una strada al Paese per farlo uscire dalla pandemia diverso da come ci era entrato. Ne è venuto fuori un dibattito sicuramente ricco ma carente nella restituzione di un’idea, una visione dell’Italia che sarà nel 2030, tranne la consapevolezza di un paese da “ricostruire”, anche grazie alle risorse messe in campo per risollevare l’economia europea dopo lo shock sanitario causato dal Sars-Cov-2.
Crediamo fortemente anche noi che il PNRR sia un’occasione irripetibile, ma abbiamo cercato di andare oltre gli slogan. E ci siamo presi la responsabilità di dare il nostro contributo. Nell’ultimo anno abbiamo elaborato proposte per rendere l’Italia un Paese più pulito, vivibile, giusto e innovativo, utilizzando le opportunità e gli strumenti che l’Europa ci ha messo a disposizione. Le abbiamo trasformate in dossier, rapporti, emendamenti. E le abbiamo fatto oggetto di un dibattito pubblico, per discuterne insieme ad associazioni, sindacati, imprese, consapevoli che partecipazione e condivisione siano indispensabili per non perdere l’occasione storica del NGEU. Abbiamo iniziato ancor prima che la nostra società precipitasse, in maniera repentina e traumatica, nell’era Covid-19. Lo abbiamo fatto alla fine del 2019 quando la nuova Commissione presieduta da Ursula von der Leyen si è presentata rilanciando il protagonismo europeo sui temi climatici, con il Green Deal e i 1.000 miliardi di euro, da investire in 10 anni, per decarbonizzare l’economia del Vecchio Continente entro il 2050. Sulla scia di questa rinnovata azione europea nel gennaio 2020, qualche settimana prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria e del lockdown nazionale, abbiamo presentato il nostro rapporto sulle 170 opere prioritarie per rendere possibile il Green Deal italiano. Un lavoro che è proseguito, puntualmente in occasione dell’approvazione di tutti i decreti legge approvati dal governo durante il 2020 per affrontare le emergenze causate dalla pandemia. Man mano che il contagio da Covid-19 si diffondeva e la decretazione d’urgenza dell’esecutivo prendeva sempre più corpo, è emersa, in tutta la sua drammaticità per le conseguenze che ne derivano, la mancanza di visione da parte del governo nazionale sulla direzione da scegliere per far ripartire l’Italia, una volta lasciata alle spalle questa terribile situazione sanitaria. Lo stesso si può dire dell’opposizione in Parlamento, di quasi tutte le Giunte regionali, di Confindustria e del sindacato. Speravamo che gli errori storici e i ritardi cronici del nostro paese sulle politiche ambientali e climatiche potessero essere risolti grazie al forte indirizzo europeo. Per raggiungere questo obiettivo guardavamo con grande speranza all’arrivo dei 209 miliardi di euro del programma UE: una quantità davvero rilevante di risorse, capaci di far cambiare da subito la narrazione sulla scarsità di soldi da investire nel nostro Paese, anche questa ricorrente ma per molti versi distorta, viste le tante risorse europee non spese e rispedite a Bruxelles dall’Italia. Quanto emerso finora ha, purtroppo, disatteso molte delle nostre aspettative: il percorso di definizione del PNRR da parte del governo italiano negli ultimi mesi è stato a dir poco confuso e, soprattutto, per nulla partecipato.
Nel Piano che presentiamo in questo dossier restituiamo la nostra idea e visione sull’Italia al 2030. Nella descrizione degli interventi da finanziare abbiamo ripreso volutamente la stessa impostazione del PNRR del governo e suddiviso in 6 missioni il nostro contributo alla ripartenza del Paese, descrivendo puntualmente le 23 priorità su cui intervenire per spendere i 209 miliardi di euro del Next Generation EU ma anche tutte le altre risorse europee della programmazione ordinaria dei fondi comunitari (compresa la PAC).
Trovate il dossier qui: https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/02/proposte-Legambiente-per-PNRR.pdf