Il Friuli Venezia Giulia è la Regione che ha eseguito il maggior numero di ordinanze di demolizione. In fondo alla classifica la Campania dove è stato abbattuto solo il 3% delle case abusive
PUBBLICATO IL: 22/09/2018
Secondo il dossier ‘Abbatti l’abuso’ presentato da Legambiente a Palermo oggi, sabato 22 settembre, tra il 2004 e oggi tra le Regioni che nella lotta all’abusivismo edilizio hanno registrato i risultati migliori c’è il Friuli Venezia Giulia. In questa Regione è infatti stato demolito il 65,1% delle case dichiarate abusive, un tasso alto a fronte di un numero basso di ordinanze (l’1,1% a livello nazionale).
In fondo alla classifica c’è invece la Campania, dove le demolizioni effettuate sono state solo il 3% nonostante questa Regione detenga il record di ordinanze di abbattimento (oltre il 23% del totale nazionale).
Dallo studio dell’associazione ambientalista risultano poi buoni i risultati della Lombardia (6,9% delle ordinanze nazionali di cui eseguite il 37,3%), del Veneto (9,5% di ordinanze, eseguite il 31,5%) e della Toscana (7,1% delle ordinanze, eseguite il 24,8%).
La situazione resta molto critica in tutto il Meridione. La Sicilia ha il 9,3% del totale nazionale delle ordinanze emesse e di queste ne ha eseguite il 16,4%. Sul 3,9% delle ordinanze nazionali la Calabria ha eseguito solo il 6% delle esecuzioni. Meglio la Puglia che ha abbattuto il 16,3% degli immobili colpiti da ordinanza (il 3,2% del dato nazionale).
In generale, l’abusivismo lungo costa è sempre stato quello quantitativamente maggioritario e lo confermano anche i dati sugli abbattimenti: se nei comuni dell’entroterra la media delle ordinanze di demolizione è di 23,3 a Comune, spostandosi al mare, il dato decuplica, arrivando a 247,5 ordini di abbattimenti.
Gli “alleati” dell’abusivismo in Italia
In Italia, secondo la legge il patrimonio edilizio abusivo colpito da ordine di abbattimento non eseguito entro i tempi di legge, è a tutti gli effetti proprietà del Comune, che lo demolisce in danno dell’ex proprietario o può destinarlo a usi di pubblica utilità. Legambiente segnale però che negli uffici comunali preposti quasi nessuno pensa di dover seguire queste prescrizioni, visto che rispetto ai 57.432 abusi non demoliti censiti dall’associazione solo 1.850 (appena il 3%) risulta oggetto di acquisizione al patrimonio comunale.
Il risultato è che queste case restano nella disponibilità degli abusivi che ne godono senza alcun titolo e senza oneri, nell’indifferenza più totale. Una prassi consolidata, purtroppo, che però si scontra con l’applicazione della legge.
Un caso su tutti viene messo in evidenza da Legambiente. Si tratta del Comune di Lettere, in provincia di Napoli, condannato dalla Corte dei Conti con una sentenza del novembre scorso per omessa riscossione di canoni di occupazione e dei tributi relativi a due immobili abusivi acquisiti al patrimonio comunale, ma di fatto rimasti nelle mani dei proprietari. Un caso raro, ma che potrebbe rappresentare un esempio se altre Procure dovessero seguire la strada indicata dalla Procura generale di Napoli, autrice della citazione in giudizio.
“Rispetto al boom degli ultimi decenni del secolo scorso, l’abusivismo non è scomparso, ha sostanzialmente scelto di non dare troppo nell’occhio, è diventato una pratica più subdola e quindi meno facile da individuare – spiega Laura Biffi, curatrice del dossier di Legambiente – Tenere alta la vigilanza su questo tema è di fondamentale importanza, anche per opporsi con tempestività ai tentativi, mai sopiti, di varare un quarto condono magari celandolo, grazie a qualche escamotage, in un emendamento. E non si sventoli la bandiera degli abusivi di necessità, cavallo di battaglia di tanti politici, perché l’unica risposta degna da parte delle istituzioni deve essere nel solco della legalità, assicurando non la disponibilità di una casa abusiva, ma un alloggio regolare, di edilizia pubblica e realizzato seguendo le più elementari regole costruttive che ne assicurino stabilità e sicurezza. Perché anche quello della sicurezza antisismica degli edifici è un aspetto ancora gravemente sottovalutato. Se fino a oggi nessun terremoto ha pesantemente colpito le aree del paese più densamente abusive è stato semplicemente un caso”.
Fonte:
https://www.lanuovaecologia.it/abusivismo-edilizio-legambiente-dossier/